giovedì 3 aprile 2014

Limonov

Limonov
Emmanuel Carrère
p.356
ADELPHI
Sett. 2012
di Emmanuel Carrère
 
 Limonov non è un personaggio inventato. Esiste davvero: "è stato teppista in Ucraina, idolo dell'underground sovietico, barbone e poi domestico di un miliardario a Manhattan, scrittore alla moda a Parigi, soldato sperduto nei Balcani; e adesso, nell'immenso bordello del dopo comunismo, vecchio capo carismatico di un partito di giovani desperados. Lui si vede come un eroe, ma lo si può considerare anche una carogna: io sospendo il giudizio" si legge nelle prime pagine di questo libro. E se Carrère ha deciso di scriverlo è perché ha pensato "che la sua vita romanzesca e spericolata raccontasse qualcosa, non solamente di lui, Limonov, non solamente della Russia, ma della storia di noi tutti dopo la fine della seconda guerra mondiale". La vita di Eduard Limonov, però, è innanzitutto un romanzo di avventure: al tempo stesso avvincente, nero, scandaloso, scapigliato, amaro, sorprendente, e irresistibile. Perché Carrère riesce a fare di lui un personaggio a volte commovente, a volte ripugnante - a volte perfino accattivante. Ma mai, assolutamente mai, mediocre. Che si trascini gonfio di alcol sui marciapiedi di New York dopo essere stato piantato dall'amatissima moglie o si lasci invischiare nei più grotteschi salotti parigini, che vada ad arruolarsi nelle milizie filoserbe o approfitti della reclusione in un campo di lavoro per temprare il "duro metallo di cui è fatta la sua anima", Limonov vive ciascuna di queste esperienze fino in fondo, senza mai chiudere occhio, con una temerarietà e una pervicacia che suscitano rispetto. Ed è senza mai chiudere gli occhi che Emmanuel Carrère attraversa questa esistenza oltraggiosa, e vi si immerge e vi si rispecchia come solo può fare chi, come lui, ha vissuto una vita che ha qualcosa di "un romanzo russo".
 
Biografia o romanzo? Dovrei interpellare chi meglio di me sa, e necessita, etichettare con precisione ogni libro pubblicato.
La risposta è chiara ma, credetemi, se ci si immerge in Limonov i contorni tra realtà e finzione lentamente appaiono sfocati, poco chiari, sovrapposti.
E questo non fa altro che sottolineare la grandezza dello scrittore e l'immensità della vita di questo personaggio, politico, scrittore, delinquente, servo. Ma, sopra ogni cosa, uomo.
Recensire Limonov non è esattamente come recensire un romanzo, una storia nata dalla fantasia di un grande, o meno grande, autore. Non è ugualmente facile esprimere la propria opinione in merito ad un'idea, oppure in merito a fatti, realmente accaduti, e alle scelte di vita di un uomo che vive ancora, e che è, come ognuno di noi, libero di agire secondo la propria coscienza.
Non intendo farlo, non ne ho mai avuto l'intenzione. L'unica e intensa energia che mi spinge a battere vorticosamente questi tasti è dettata dal desiderio di dire a tutti che Limonov di Emmanuel Carrère è un romanzo da leggere, senza forse e senza ma, da leggere e tenere, e ogni tanto riaprire, e non dimenticare mai.
Non poteva esserci miglior penna per scrivere una vita di questo genere.
Emmanuel Carrère entra ed esce dalla storia di Limonov con delicatezza, con rispetto. Si sporge, ogni tanto, per guardare negli occhi il lettore e chiedergli " Ci sei? Non perderti, seguimi, ti porto io".
E il lettore, errante nel labirinto della storia dell'Europa, si districa solamente perché portato per mano da un autore notevole, che quella storia l'ha vissuta, e che ancora se la porta dentro, ce l'ha nelle vene, e grazie al personaggio di cui racconta può riviverla, guardarla ancora una volta, con sguardo esperto, adulto, con la maturità che ogni anno di vita in più ci attribuisce.
Tremendo è ciò che succede al lettore, o meglio, che è successo alla sottoscritta: si inizia lentamente ad amare questo eroe, o meglio antieroe.
Scapestrato fin da giovane età, dal comportamento sconveniente ed irriverente, lentamente si svela come un uomo quasi affascinato dal male, dagli stili di vita amorali.
Consapevole di essere per natura un uomo intelligente, dalla forte interiorità, incline alla sofferenza e capace da essa di creare capolavori, permette al proprio ego di vincere su ogni altra virtù, risultando agli occhi di tutti borioso, arrivista e, talvolta, cattivo.
Ma come ogni antieroe che si rispetti, Eduard Veniaminovich Savenko, non è del tutto malvagio. Ecco, ritornando alla sottoscritta, perché lo si ama.
E' come se conoscendolo ogni pagina di più, ci fosse sempre qualche motivo per giustificare le sue azioni, le sue scelte perlopiù oltraggiose, i suoi comportamenti scorretti, le sue azioni deplorevoli.
Ma c'è ben altro in quest'uomo, ed Emmanuel Carrère  ha l'umiltà e la pazienza di aspettare e capire se ci fosse nel suo personaggio la possibilità di un riscatto, una seconda chance, se ci fosse per lui possibilità di salvezza da una vita che, facendogli continuamente  "annusare" profumo di fama e vittoria, non ha fatto altro, per molto tempo, che sbatterlo sempre più in basso. E lui, aggrappandosi con tutte le sue forse alla propria rabbia, e alla poesia, alla scrittura, non molla mai, mai...toccando il fondo più scuro, senza mai arrendersi ad esso.
Dalla Russia all'Ucraina, per poi scappare a New York ripassando per Mosca. E il ritorno, con un'importante tappa a Parigi, già come autore affermato, per giungere nuovamente su suolo russo, quel suolo da lui sempre amato e protetto con ogni forza, la cui storia da molti confusa, giudicata, rinnegata, Limonov si è sempre portato appresso, maturando negli anni un profondo senso di rispetto per chi certe condizioni non le ha scelte, ma vi è nato.
Limonov raccontato da Carrère  ha il privilegio di trasformare la propria vita in storia da raccontare, storia che non è solo quella privata di un uomo che riesce, con difficoltà, a trovare se stesso e a dare un senso ad ogni sua azione, è la storia di un popolo, di una nazione, che attraverso Limonov ci racconta il suo passato e il suo presente: la vita, la morte, la guerra, la disperazione, la confusione, lo smarrimento, ma anche l'opportunità e la speranza.

"Non gli piaceva trovare in un negozio di articoli militari d'occasione un cappotto da soldato dell'Armata Rossa, e accorgersi che i bottoni d'ottone della sua infanzia erano stati sostituiti da bottoni di plastica. Un particolare, ma un particolare che, secondo lui, diceva tutto. Quale immagine poteva avere di se stesso un soldato ridotto a indossare divise con bottoni di plastica? Come poteva combattere? A chi poteva fare paura? [...] Un popolo i cui soldati sono infagottati in divise a buon mercato, è un popolo che non ha più fiducia in se stesso e non ispira più rispetto ai vicini. E' un popolo che ha già perso".

Lontano dall'essere scambiato per un puro e semplice reportage, Limonov di Emmanuel Carrère è il risultato di un'esperienza. L'autore non ricopre il ruolo di cronista storico: cerca il suo personaggio, lo insegue, lo trova. Poi lo perde di vista per anni. E quando, finalmente, lo ritrova concede a se stesso il tempo necessario per ascoltarlo, seguirlo di nuovo, e , lontano dai turbinii della storia, della confusione giovanile, finalmente capire davvero chi è Eduard Veniaminovich Savenko, per la storia, per sempre, Limonov.


ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

2 commenti:

  1. Certo, il "Limonov" di Carrère é un gran libro.
    Ma il vero Eduard Limonov é ancora piu straordinario ( e abbastanza diferente di quello che conta Carrère ) :

    http://www.tout-sur-limonov.fr/

    e in italiano :
    http://www.tout-sur-limonov.fr/222318824

    http://www.tout-sur-limonov.fr/334947296

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per il tuo commento! Limonov è un personaggio interessante e affascinante. Sarebbe molto bello poter approfondire. Al momento Carrère credo abbia fatto un ottimo lavoro utile a tutti! Buona serata!

      Elimina