venerdì 7 marzo 2014

Il richiamo del cuculo

Il richiamo del cuculo
Robert Galbraith
SALANI
547 p.
2013
 
di Robert Galbraith (ovvero...)

Il primo caso per Cormoran Strike in questo romanzo di esordio di Robert Galbraith, pseudonimo di J.K. Rowling, autrice della serie di Harry Potter e de "Il seggio vacante". Londra. È notte fonda quando Lula Landry, leggendaria e capricciosa top model, precipita dal balcone del suo lussuoso attico a Mayfair sul marciapiede innevato. La polizia archivia il caso come suicidio, ma il fratello della modella non può crederci. Decide di affidarsi a un investigatore privato e un caso del destino lo conduce all'ufficio di Cormoran Strike. Veterano della guerra in Afghanistan, dove ha perso una gamba, Strike riesce a malapena a guadagnarsi da vivere come detective. Per lui, scaricato dalla fidanzata e senza più un tetto, questo nuovo caso significa sopravvivenza, qualche debito in meno, la mente occupata. Ci si butta a capofitto, ma indizio dopo indizio, la verità si svela a caro prezzo in tutta la sua terribile portata e lo trascina sempre più a fondo nel mondo scintillante e spietato della vittima, sempre più vicino al pericolo che l'ha schiacciata. Un page turner tra le cui pagine è facile perdersi, tenuti per mano da personaggi che si stagliano con nettezza. Ed è ancora più facile abbandonarsi al fascino ammaliante di Londra, che dal chiasso di Soho, al lusso di Mayfair, ai gremiti pub dell'East End, si rivela protagonista assoluta, ipnotica e ricca di seduzioni.
 
E' stata una lettura durissima. Strano ma vero.
Non si tratta certo di un romanzo impegnativo o di una lettura per esperti. Anzi.
Il richiamo del cuculo di Robert Galbraith (e voi sapete in realtà di chi si parla!!) è stato una grossa delusione.

Reduce da Il seggio vacante, (Salani, 2012)  romanzo scritto non sotto pseudonimo dall'autrice del maghetto più famoso dell'universo, mi aspettavo qualcosa di altrettanto piacevole.
Ho impiegato quasi tre settimane a leggere un romanzo che normalmente posso leggere in poco più di sette giorni; allo stesso tempo non sono riuscita a rinunciarvi, ho voluto aspettare, concedermi ancora e ancora altre pagine, volevo assolutamente che la storia decolasse, che l'autore iniziasse a dialogare con il lettore e a coinvolgerlo con qualche svolta interessante.
E' a tutti gli effetti un giallo, gli elementi non mancano: un personaggio che muore, un investigatore provato, un assassino.
E poi l'ambientazione: il mondo del fashion londinese.
Insomma, l'idea poteva essere più che buona, e poteva sicuramente rispondere ai miei gusti e alla mia voglia di divertirmi un po' con la lettura.
Mi ha deluso, l'ho già scritto? Scusate!
Troppe pagine e poca storia! Si arriva intorno alle quattrocento pagine con una fatica disumana, senza emozione, coinvolgimento, senza domande e ipotesi.
Eppure è un giallo!! Il lettore dovrebbe farsi la propia idea, dare un volto all'assasino, fare ipotesi per poi magari smontarle e costruirsene di nuove.
Non è possibile, il romanzo non lo permette.
Ricordo la mia esperienza di lettura con un giallo di oltre settecento pagine, mi riferisco a La verità sul caso Harry Quebert di Joël Dicker (Bompiani 2013): letto in cinque giorni, letteralmente divorato, con la mente totalmente immersa nel caso in questione. Era più o meno questo che cercavo, e mi aspettavo, da Il richiamo del cuculo.
Scorrevole ma noioso, alle volte ripetitivo. Il cadavere, questa bellissima modella di colore addottata da una buona famiglia inglese, viene descritta e ridescritta, era necessario? Si capisce subito: bellissima, viziata, ricca, mentalmente instabile. E il suo entourage non è da meno: modelle e modelli, fotografi, vicini di casa, parenti. Un gruppo di pazzi isterici, tutti possibili indiziati. Ma il lettore non può farsi un'idea  precisa perchè questi personaggi fanno tutti da sfondo alla vicenda, vengono presentati poi abbandonati. Le pagine scorrono,li rincontriamo, ma forse ci siamo già dimenticati che rapporto avevano con la vittima.
Il protagonista, colui che in qualche modo traina tutta la vicenda, ha il merito di essere un bellissimo personaggio.
Cormoran Strike, investigatore privato, ex militare, invalido, un omone alto e grosso, ex pugile, amante delle belle donne. Forse un tempo poteva anche essere un bell'uomo, ma la guerra e la sua storia personale hanno lasciato profonde ferite nel  suo corpo e nel suo cuore.
Una personalità forte e sensibile allo stesso tempo, intelligente, attento, preciso.
Nato dall'unione occasionale di un famoso cantante rock e di una groupie deceduta in circostanze poco chiare, lo precede una fama fastidiosa e alle volte piuttiosto ingombrante.
Si, Cormoran mi è piaciuto, ma tutto il resto...
La Rowling, o meglio, Robert Galbraith ha creato un bellissimo personaggio (...questo lo sa fare bene, lo sappiamo) ma non gli ha consegnato una storia alla sua altezza.
Il prossimo caso per Cormoran Strike è già pronto per essere pubblicato, che fare? Dare ancora un'altra possibilità?
Come dice sempre una cara amica strittrice la vita è troppo breve e i libri da leggere sono tanti, quindi meglio non perdere tempo con quelli che non ci convincono...!
 
NON CONSIGLIATO
 
 
 
 
 

Nessun commento:

Posta un commento