venerdì 21 dicembre 2012

La casa rossa

di Mark Haddon

Otto giorni. Da Venerdi a Venerdi.
Otto persone. Una famiglia.
Offa's Dyke, la campagna sconfinata tra l'Inghilterra e il Galles.
Una casa severa, una casa dove Eliot o Jane Austin avrebbero potuto insediare un parroco e le sue integerrime sorelle astemie.
Con la scusa di una vacanza, Angela e Richard, fratelli, si ritrovano sotto lo stesso tetto dopo pochi giorni dal funerale della madre, entrambi con le ripettive famiglie; da anni non si parlano, niente è più in comune, fratelli ma estranei, da condividere solo rancori e problemi irrisolti.
La casa di Offa's Dyke diventa il palcoscenico delle vite di tutti: Dominic, musicista fallito, Daisy la figlia poco più che adolescente alle prese con una fastidiosa crisi di fede, Benjy il piccolo di casa, dolce, indipendente, ma solo, implorante attenzioni. E Alex, diciotto anni, gli ormoni in sobbuglio per la bella e perfida Melissa, figlia adolescente di Richard e della sua seconda moglie Louisa.
Sulla scena le loro vite, i loro rapporti, le fughe, le crisi di coppia, le ansie e le paure dei figli...ma soprattutto i loro segreti...tutti ne hanno almeno uno e a ognuno manca il coraggio di confidarlo.
Una settimana di sguardi, silenzi, litigi e pianti sommessi. Fantasie, desideri torbidi, ma anche rimorsi e rimpianti, pensieri di vita, di morte,  d'amore e la comune brama di essere altrove. Lontani dalla città per salvare quel che rimane di una famiglia ormai divisa, o la fuga da ciò che sono veramente e che fa paura anche a loro stessi?

TITOLO: La casa rossa
AUTORE: Mark Haddon
EDITORE: Einaudi
PAGG. 279

Mark Haddon, scrittore e illustratore, ci presenta un romanzo a dir poco impressionante.
La morsa che ti prende lo stomaco e ti accompagna per tutta la lettura è anche quel sentimento che ti tiene attaccato agli eventi, da cui non puoi più staccare gli occhi e i pensieri.
La capacità di illustratore di Haddon spicca in maniera lampante: le descrizioni dei luoghi, dei personaggi, delle atmosfere...
Non mancano i dettagli, quelli fondamentali, quelli che fanno toccare con mano cio' che si sta leggendo.
E' per questo che spesso ho pensato "Non vorrei mai essere con loro ad Offa's Dyke!"
Perchè l'ho vista, ne ho sentiti gli odori, nei visti i colori, la vastità...
Questa campagna di confine, tra il Galles e l'Inghilterra, me la immagino desolata, perchè così è.
E silenziosa...troppo silenziosa.
Ma questo silenzio fa un gran rumore: sono i pensieri di Angela, poi quelli di Richard...e dei loro compagni e figli...
Un silenzio che fa da eco ai loro pensieri e alle loro paure, che sono tante, e che il lettore percepisce, mai chiaramente, ma sa che ci sono.
La temperatura, in quella casa, aumenta e diminusce a seconda degli eventi, delle emozioni...
Che freddo che proviamo...pagine gelide: il freddo del risentimento, della solitudine di Benjy, il freddo che circonda Melissa, i suoi pensieri, la rabbia e lo sprezzo che la contraddistinguono.
Ma anche quel calore, opprimente, che progressivamente aumenta quando la bocca di Alex incontra quella di Melissa, o quando il suo sguardo si appoggia sul decoltè di Louisa. Il caldo dei segreti torbidi di Dominic.
Ammetto, non mi ha fatto sorridere, mai. Ma ha catturato la mia attenzione, facendo crescere in me quel senso di disagio che provano tutti i personaggi della storia.
Ad Offa's Dyke apparentemente non succede mai nulla...ma forse succede tutto... che rivoluzioni interiori nel cuore e nella mente di tutti!
Alle prese coi loro segreti più intimi, desiderosi di esplodere, di urlare al mondo che di quella vita ne hanno abbastanza, che vogliono di più, che vogliono altro, che la loro famiglia li opprime ed è da quella che vogliono fuggire.
Allora vi chiederete: se non succede nulla...perchè leggere questo romanzo?
Perchè Mark Haddon  ha una scrittura ipnotica, perchè è la storia di una famiglia, come può essere quella di ogni lettore, con tanti ricordi belli ma anche tanto dolore... perchè è storia di crescita, e di scoperta, perchè è la storia di un gruppo di persone che in un modo o nell'altro stanno chiedendo aiuto, o semplicemente chiedono di essere ascoltati.
E' un romanzo che fa pensare, ragionare, riflettere su stessi, e pone delle domande...non poco per un libro, non credete?

Grazie ad Elisabetta, blogger e amica, per questa dritta!

CONSIGLIATO

venerdì 7 dicembre 2012

BLOGGER WE WANT YOU!


 
...acupofbooks! sbarca su GRAZIA.IT
 
 
Ora potete votarmi TUTTI I GIORNI, una volta al giorno
 
cliccando sul cuoricino rosso!!


Cosa state aspettando?!?



PUSH THE BUTTON!


 

 
Vi aspetto!

 

L' acustica perfetta

di Daria Bignardi


Marina di Pietrasanta e una vacanza al mare.
Quindici anni e tutta la vita davanti, da scoprire, da sperimentare.
Arno si sentiva onnipotente. Quell' estate aveva incontrato Sara: si erano amati subito, tra una corsa in pineta e un bagno al mare. Lui si esercitava al violoncello, lei lo ascoltava, lo aspettava. Lui aveva scoperto la sua ragione di vita: suonare con Sara vicina.
" Mi piacciono gli amori infelici"...così aveva concluso Sara, e così si era conclusa la loro storia quell' estate.
Gli anni passano, un incontro...casuale? Dopo tre mesi il matrimonio.
Lui musicista alla Scala, lei mamma a tempo pieno di tre figli voluti e amati. Ma una mattina come tante, Arno si sveglia, è solo in quel letto...lei non c'e'... Sara è partita...non è uno scherzo, è la realtà, la nuova realtà di un uomo a cui la vita chiede improvvisamente di aprire gli occhi e di iniziare un viaggio alla ricerca della verità.

 
TITOLO: L'acustica perfetta
AUTORE: Daria Bignardi
EDITORE: MONDADORI
PAGG. 200


"In questi mesi mi sono reso conto di non averla mai ascoltata nè osservata bene, proprio come diceva lei. Quasi quasi, l'ascolto e vedo meglio ora che non c'è". Cit pag.100
Il significato di tutta la vicenda è racchiuso in questa presa di coscenza di Arno. Che libro! Non saprei dire se mi ha fatto più bene o più male...perchè sa fare anche tanto male...!!

L'autrice ci propone vicende che non vorremmo mai vivere, che rifiutiamo: come può una madre, un giorno, senza motivi apparenti, lasciare tutto...lasciare i suoi figli?! Come si può accettare...giustificare...capire...?
Fa male...
Davvero una donna può essere capace di questo?
Quel che stupisce è che l'autrice sceglie di non far soffrire i figli di Arno e Sara, a loro non attribuisce la pesantezza della malinconia, della solitudine, non fa sentire l'abbandono. Anzi...
Pensate a Maria, la figlia maggiore di Arno e Sara: un personaggio assolutamente positivo, inserito nella sua generazione sotto ogni aspetto, ma con un cuore già maturo, capace di vedere oltre la frustrazione del padre.

Il centro del discorso è solo tra i due, un uomo e una donna, prima bambini, poi adulti, amanti, sposi...
Perchè Sara esce di scena...? Cosa si cela in quelle brevi e-mail che hanno il sapore della depressione, della confusione...
Si cela un grande coraggio.
Il coraggio della consapevolezza che la vita è una sola, e che se non troviamo il coraggio di guardarla negli occhi sarà una vita vissuta a metà.
Il coraggio di dire "Basta! Voglio essere felice anche io! "
Sembra facile, ma non lo è.

Arno ha mai guardato realmente Sara? E' riuscito a vedere non solo una bellissima donna, intrigante, disinibita, creativa...ma quello che era davvero, ciò che nascondevano i suoi occhi, i suoi silenzi, i suoi cambi di umore...i suoi gusti per le cose, le sue emozioni...?
No...non ha saputo vedere negli occhi della sua donna le sofferenze di un passato pesante, non ha mai riconosciuto le bugie dette, sussurrate, ma che urlavano una verità ben diversa.

Bellissimo. Un termine banale per descrivere un romanzo.
Passatemelo...perchè è DAVVERO bellissimo.

Non puoi sfuggire a ciò che leggi: non puoi far finta di niente, non puoi distrarti, Arno e Sara non te lo permettono. Si, è la loro storia, la loro vita...ma forse è anche un po la vita di tutti. Ne sono certa.
C' è qualcosa di ognuno di noi nel viaggio di Arno; in almeno una pagina, una riga, una parola,  di questo terzo e impareggiabile romanzo della bravissima Daria Bignardi, c'è anche la nostra vita, o una piccola parte di essa.

Sapete, spesso ho pensato che Sara abbia chiesto molto, forse troppo al suo uomo.
Sbaglio? Si...sbaglio.
Perchè forse è così che deve essere...perchè è ciò che meritiamo.
Di essere amate e desiderate non per quello che sappiamo dare, ma per quello che siamo dentro di noi, per il passato che ci appartiene, per quello che pensiamo, che crediamo.
Meritiamo qualcuno che ci permetta di essere tutto questo, e che ci lasci andare nel momento opportuno.

Volete farvi del male...? Leggete "L'acustica perfetta" di Daria Bignardi.
Credetemi...vi farà tanto bene!

ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO

martedì 4 dicembre 2012

BLOGGER WE WANT YOU!


Hey...cosa avete capito?!
No, questa non è la mia nuova recensione! Per quella dovrete aspettare ancora pochi giorni!
C'è una novita!

 

 

 …acupofbooks! Un libro all’ora del tè…sbarca su Grazia.it, per partecipare al concorso Blogger we want you! un’iniziativa di Grazia...so cool and stylish!

Il mio blog è nato da poco, e sta muovendo i primi passi nel mondo del web.
Ciò non toglie che sia mosso da grande passione, quella passione che brucia incessantemente, che ti sveglia la notte con la voglia di leggere e che aspetta con ansia il mattino per poter raccontare e scrivere di quali incantevoli emozioni può farti vivere un romanzo, quali riflessioni, sogni e pazzie può suscitare…!

E chissà se l' IT manifesto di Grazia.it avrà voglia di ospitare, un giorno,  anche le recensioni di una blogger giovane (...) e inesperta, ma...pronta, entusiasta e coraggiosa...come una vera libraia indipendente!

ITbook of the week! ...non sarebbe una bella rubrica?
Credo che mi soffermerei nel presentare le novità editoriali, i libri di esordio, intendo.
Dare spazio ai giovani autori, quelli che forse in pochi leggeranno...e che diventeranno famosi al secondo, terzo romanzo...sono sicura che questo è già negli ideali dell'IT manifesto!

Ho trovato giustissimo l'articolo di Marta Perego: regalare il libro giusto alla persona giusta...trovare il romanzo perfetto per chi ti sta davanti...stupendo...la mission di ogni bravo libraio...non trovate?

So..Keep fingers crossed!!

Vi terrò aggiornati, e presto (spero!!) potrete votarmi ogni giorno, con un solo click sul cuoricino rosso!



 

...buona lettura! E buona navigazione su Grazia.it

 

venerdì 30 novembre 2012

L'angolo dei lettori ribelli

di Rebecca Makkai

Non c'è età per iniziare un viaggio.
Lucy Hull, 26 anni, e Ian Drake, 10 anni, frequentano la stessa biblioteca: lui, appassionato di libri, bambino di intelligenza e  perspicacia superiori alla media, lei, giovane bibliotecaria  per vocazione e necessità.
Due persone diverse, di generazioni diverse, con sogni e prospettive diverse...ma una grande passione in comune: la lettura.
I due si incontrano ogni giorno, e Lucy diventa complice e amica di Ian, colei che gli apre il mondo della letturatura, quella fantastica, che nasconde significati di libertà, quella negata e nascosta dalla ricca famiglia di Ian, conservatrice e bigotta, più impegnata ad eseguire censure, che a riconoscere che il figlio sta crescendo e cambiando.
Sarà proprio in Lucy che Ian troverà la sua via di fuga, il suo momento di libertà da una vita che inizia a stargli stretta, senza nemmeno capire il perchè, "obbligandola" ad un viaggio senza meta.
Missouri, Missisipi, Illinois, Ohio, Vermont, proseguendo fino al confine col Canada.
Su una vecchia e arrugginita auto azzurra, tra motel, fast food, biblioteche e bizzarri incontri, Lucy e Ian macineranno miglia e miglia,  alla ricerca di un attimo di libertà.


 
TITOLO: L'angolo dei lettori ribelli
AUTORE: Rebecca Makkai
EDITORE: Piemme
PAGG 363

Rebecca Makkai ha scritto una favola per adulti.
Ho scelto il suo romanzo perchè il titolo mi è piaciuto subito...mi aspetto sempre molto da un bel titolo.
Infatti, "L'angolo dei lettori ribelli" apre scenari inaspettati e diversi tra loro.
La biblioteca di Hannibal, Missouri, è l'angolo in cui Ian, protagonista insieme a Lucy di questa storia, si rifugia ogni giorno.
Ed è anche l'angolo di Lucy, giovane bibliotecaria, dedicata al settore ragazzi, alla prese con un passato da capire, e un futuro ancora assolutamente incerto.
Penso che le biblioteche abbiano un fascino irresistibile. Il silenzio, il profumo della carta, la libertà di vagare indisturbati tra scaffali colmi di libri, innumerevoli possibilità di avventure, riflessioni, risate, emozioni. Tutto questo a portata di mano.
Nei libri delle biblioteche si attacca in modo permanente la vita di ogni lettore...quei libri hanno viaggiato più di ogni uomo sulla terra: hanno visto case diverse, hanno soggiornato in zaini e borse di ogni genere, sono stati aperti, chiusi, consultati, sfogliati innumerevoli volte. Hanno anche subito traumi, sono stati però accomodati, forse molte volte, sono anche sporchi, si, ma quella è la vita che si portano appresso.
Torniamo a noi...anzi, ai nostri lettori ribelli.
Saliamo con Lucy e Ian su quella mitica auto azzurra giapponese e percorriamo con loro il lungo viaggio dal Missouri al Canada.
E così, seduti dietro di loro, aspettiamo che decidano cosa fare, quale direzione prendere, se proseguire o tornare a casa. Meglio fuggire? Il lettore se lo chiede, continuamente...e anche Lucy.
Figlia di un fuggiasco russo, porta dentro di sè la tendenza a guardasi le spalle, al sospetto, con un'idea di America come luogo in cui non puoi nasconderti ed essere dimenticata...perchè prima o poi qualcuno busserà alla tua porta per chiederti spiegazioni.
Ai più insensibili tutto questo può sembrare solamente la follia di una donna, che in modo più o meno evidente, rapisce un bambino e lo porta in giro per l' America.
Si sbagliano: è la storia di una giovane che non è riuscita a capire se stessa, che è confusa dalla propria vita, e che si sente responsabile della vita di Ian, e si convince di essere per lui l'unica possibilità di conoscere la libertà, quella libertà a lui negata dalla famiglia:  libertà di agire, di sperimentare la vita, e soprattutto di leggere quello che vuole, e quindi di pensare, fantasticare, sognare.
La sua ancora di salvezza.
Non so cosa avrei fatto al posto di Lucy; lei lascia che sia Ian a decidere le sorti di quel viaggio, e lui ha semplicemente voglia di viaggiare e di vedere, anche solo dal finestrino, un mondo che ancora non conosce.
Mentre leggevo pensavo"...chissà i genitori di Ian, a casa....chissà se Lucy verrà licenziata...chissà se la polizia la sta cercando..."
Ma non sono questi gli interrogativi da porsi.
Se ci fermiamo a guardare con attenzione i due fuggiaschi possiamo notare una luce abbagliante...proviene dagli occhi di Ian. E' la luce dell'entusiasmo, della curiosità, dell'allegria, della fantasia...la luce della giovinezza, che solo se le permetti di uscire è capace di inondare quanti sono vicini.
Allora si che nascono le domande importanti: noi, che leggiamo, abbiamo fatto il nostro viaggio? Abbiamo avuto anche noi la nostra Lucy che ci ha accompagnato per un pezzo importante di vita...mettendo a repentaglio o almeno, in discussione, la propria? E' bello pensarci, no?
Allora...partiamo con loro! E non preoccupiamoci di saper quale sarà la nostra meta. La cosa più importante, in questo caso, è l'esperienza grandiosa che il viaggio ci regala.


"Quel che mi serviva, in un tale frangente, era il romanzo perfetto da mettergli in mano, quello che l'avrebbe fatto volare a cinquanta mila miglia di distanza..." cit. pag. 88

CONSIGLIATO

mercoledì 21 novembre 2012

Per sempre tuo

di Daniel Glattauer


Un giorno, per caso…in un supermercato di Vienna, un incontro…o meglio uno scontro.
Judith e Hannes si ritrovano così, in poco tempo, uniti l'uno all’altra.
Lei, single sui quarant’ anni, possiede un negozio di lampadari costosi nel centro di Vienna; lui, superati i cinquanta, architetto affermato, specializzato nella progettazione di farmacie.
Una storia che inizia con impeto; Hannes non ha dubbi, sono fatti per passare insieme il resto della loro  vita.
E Judith? Si lascia vivere, affascinata e sconvolta da questo principe azzurro, l’uomo che tutte le donne cercano e aspettano…almeno in apparenza.
Ma cosa si nasconde dietro alle parole romantiche di Hannes…ai suoi gesti gentili, alle sue premure, ai mazzi di rose gialle e alle sue continue sorprese?
Qualcosa non funziona. Il cuore di Judith lo sentirlo, ma la sua mente non lo capisce.
Troppe domande e nessuna risposta valida… è questo  che porterà la protagonista a fare i conti con la propria interiorità e con le voci che si annidano nella sua testa.
Sarà proprio il doloroso percorso dentro se stessa che le farà aprire gli occhi sulla realtà e  le insegnerà a distinguere l’amore dalla follia.


 
TITOLO: Per sempre tuo
AUTORE: Daniel Glattauer
EDITORE: Feltrinelli
PAGG. 184

....mi chiedo se è vero che a volte abbiamo bisogno di sentirci amati e credere a qualsiasi cosa ci venga detta....chissà, forse.
Daniel Glattauer ci lascia a bocca aperta.
Una lettura scorrevole, un libro assolutamente ben scritto, e sicuramente una buonissima traduzione.
L'ho trovato piacevole e davvero molto accattivante.
Non è solo una storia d'amore con finale a sorpresa, è un viaggio:
un viaggio doloroso, forse anche pericoloso. Un percorso che passa dal cuore alla mente, dal corpo all'anima di una donna bisognosa d'amore, di cure, di premure...ma che si scontra con una realtà ben diversa.
E sarà lei a pagarne le conseguenze e a dover fare i conti con la paura più profonda: quella di perdere il contatto con se stessa e con la vita reale.
Ma quanto male può farci un uomo? E ancora: sappiamo davvero essere così bisognose da non distinguere l'amore dalla follia più profonda? Conosciamo veramente le persone che ci vivono accanto?
Torniamo a Glattauer: scrittore esperto, si capisce bene. E' il primo suo romanzo che leggo e chissà che non mi venga voglia di approfondire, leggendo anche quanto ha scritto in passato.
Trovo la sua scrittura essenziale ma incisiva;  permette al lettore di entrare nella storia attraverso una descrizione quasi maniacale di tutto ciò che è sentimento, tormento, confusione...così da far apparire tutto assolutamente reale e tangibile...quasi condivisibile.
Il finale? Inaspettato...ha il sapore di un thriller psicologico.
Un risvolto inquietante chiarisce i dubbi che nascono durante la lettura e ne fa sorgere altri, lasciando il lettore ad un finale in sospeso.
Un romanzo che fa pensare: non bastano amici, famiglia, lavoro, passioni a salvarci dal buio che la vita a volte crea dentro di noi. Judith le risposte le trova dentro se stessa, la forza di "risorgere" è dentro di sè...e questo si che è un bel messaggio, non trovate?

Buona lettura!

CONSIGLIATO






mercoledì 14 novembre 2012

Con te fino alla fine del mondo

di Nicolas Barreau

Parigi, straordinaria cornice, accoglie la romantica vicenda che ha come protagonista il bel Jean-Luc Champollion...per gli amici Jean-Duc.
Gallerista di professione in Rue de Seine, la Gallerie Du Sud è il suo regno, dove tra critici d'arte, pittori ossessivo-compulsivi, vernissage e belle donne, vive la sua metodica ma raffinata esistenza, di uomo single, piacente, culturalmente e professionalmente apprezzato.
Non avrebbe mai pensato che quella misteriosa busta di colore azzurro pallido e quella grafia così nobile, gli avrebbero movimentato e cambiato la vita.
Di scrivere lettere aveva smesso anni fa, giurando a se stesso che non l'avrebbe più fatto, dopo la sua prima delusione amorosa inferta da Lucille, la sua bellissima compagna di banco.
Ma qualcosa, nelle parole della misteriosa Principessa della lettera, lo spinge a invertire la rotta, e a buttarsi con veemenza in questa corrispondenza intrigante e appassionata.
Sarà colpa della romantica Ville Lumiere? Dell'arte che lo circonda? Chissà...ma quelle parole scritte a qualsiasi ora del giorno e della notte assomigliano sempre di più a qualcosa chiamato amore.



 
TITOLO: Con te fino alla fine del mondo
AUTORE: Nicolas Barreau
EDITORE: Feltrinelli
PAGG. 185
"L'arte di sedurre una donna consiste essenzialmente nel non accettare un no, non abbassare mai la guardia e corteggiarla come fosse una regina. In questo senso, ogni donna è una principessa, ormai l'avevo capito. Ognuna è un piccolo miracolo e ognuna ha le proprie fissazioni, che è meglio assecondare."
Di getto mi verrebbe da giudicarlo un romanzo da donne, ma non è del tutto vero.
Credo che molti uomini, nel segreto del loro cuore, avrebbero voluto essere sedotti in questo modo e vivere un'emozione così appassionata.
Questa Parigi aiuta davvero a sognare; Nicolas Barreau vive la sua città e condivide con il lettore i luoghi a lui cari, o meglio, cari al nostro Jean-Duc: ristoranti, cafè, strade, librerie...luoghi realmente esistenti, fanno da sfondo alle sue passeggiate, le corse per la città con la testa tra le nuvole, e il suo fedele Cezanne sempre al fianco ("I cani ti perdonano sempre e non si offendono mai: è questo che li differenzia dai gatti e da quasi tutte le donne.")
Potrei definirlo un romanzo a colori: il rosa pastello delle parole romantiche, l'azzurro dei cieli tersi di Parigi, e della misteriosa busta, il rosso del fuoco che sia accende nella corrispondenza che si fa intrigante, il blu della rabbia del non capire e non accettare il mistero...un romanzo come un incredibile quadro, mirabilmente esposto alla Gallerie Du Sud.
Tutto inizia da una vera e propria lettera, in una finissima busta azzurro pallido. La grafia è elegante, nobile alla vista...e tutto questo ha un gusto antico, sa di pricipesse e duchi e castelli...
Poi la realtà prende il sopravvento, e dal fascino della carta stampata si passa alla freddezza della posta elettronica: veloce, efficente...dalla trepidante attesa, all'intrigante scambio di veloci messaggi telematici, ma i contenuti non cambiano. Le parole sono antiche, ispirate, appassionate...trappola per un cuore, quello di Jean-Luc, ancora in cerca della sua dama.
Come finirà questa romantica relazione epistolare...? Jean-Luc avrà la pazienza di aspettare la manifestazione della sua Principessa? O la sua impazienza metterà a rischio la storia più romantica che abbia mai vissuto?
Cosa mi ha lasciato questo libro? ...una voglia inaspettata di partire per Parigi, per seguire i passi di Jean-Luc e Cezanne, Marion, Aristide, Bruno, Luisa...e una leggera ombra di invidia...per una storia davvero d'altri tempi!
Ho apprezzato molto che nella traduzione italiana siano state lasciate alcune espressioni in francese: danno un bel movimento alla vicenda, sembra di sentire la voce di Jean-Luc, il seduttore de la Rue De Seine, impegnato a far capitolare ogni donna, ma col cuore imprigionato dalla sua Principessa della lettera azzurra.

Tocca a voi! Un petit noir ben zuccherato e...buona lettura!

CONSIGLIATO!

martedì 30 ottobre 2012

Venere in metrò


di Giuseppe Culicchia


Milano. Quella che conta. Quella delle sfilate. La Milano di Prada, di Gucci e di Dolce & Gabbana.
La Milano delle PR e degli uffici stampa.
La Milano dei Suv, dell’apericena, della cocaina, di Nobu e delle serate al Roialto.
La Milano delle scuole private, e delle mamme in carriera.
La Milano di Gaia, 38 anni, fisico da modella, capelli perfetti, trucco perfetto, un lavoro alla moda, una casa in centro, tre carte di credito, un suv, un iPhone, un profilo su Facebook, uno su Twitter.
Ma Gaia ha anche un marito, immaturo e assente, un amante dalla doppia vita, una figlia con cui da anni non parla, una madre ex modella depressa e ossessiva, e una psichiatra da 300 euro a botta.

La vita di una donna che ha fatto del fashion system la sua religione, dei tweet di Francesca Versace e The Blond Salad le sue regole di vita.
Ma il passato di Gaia torna a galla, irruento e doloroso, scatenato dal licenziamento in tronco e dalla fine della sua relazione con Niccolò, suo amante e sua ragione di vita.
Gaia dovrà aprire gli occhi, quegli occhi che non piangono, perché “piangere è una cosa da uomini”,  smetterla di nascondersi  a se stessa: le sue responsabilità di madre, di figlia e di donna, chiedono di essere vissute. Un finale aperto, dolcemente ironico dove l'orizzonte si allarga...non conta più essere giusti, ma "essere". Punto.



 
TITOLO: Venere in metrò
AUTORE: Giuseppe Culicchia
EDITORE: Mondadori
PAGG 255

Una finestra sulla Milano di oggi, o meglio, sulla Milano di molti.
Se il lettore conosce abbastanza bene la città e tutti i luoghi riconosciuti come must dal fashion system, credo che possa farsi un’idea molto chiara della storia, ma non è necessario perchè Giuseppe Culicchia descrive i suoi personaggi in maniera così dettagliata che quasi sembra di vedere Gaia, di conoscerla,di seguirla per le strade di milano, col suo suv super accessoriato, il tacco dodici e l’iPhone sempre in mano.
Vedo Ilaria e Solaria, le sue amiche del cuore, fuori dal Radetzky con un Vodka Lemon in mano, che parlano ossessivamente ma guardano altrove in cerca di qualche broker da abbordare.
E tra loro sempre Gaia, persa nel suo telefonino a controllare i cambiamenti di stato di Niccolò e a rifiutare le innumerevoli telefonate della madre.
Un romanzo assolutamente attuale, ironico e tragico allo stesso tempo, divertente ma con un retrogusto a dir poco malinconico.
Potrebbe averlo scritto una donna, e questo per l’autore è un grande merito, dal mio punto di vista: i sentimenti di Gaia, la confusione, i suoi sogni, la sua rabbia...le sue ossessioni, le dipendenze e le illusioni..sono tangibili, profonde.
Inutile nascondere che a Gaia non si può non affezionarsi: a tratti è irritante, altre volte talmente indifesa da suscitare tenerezza.

Durante la lettura ho provato spesso un certo disagio …se l’avessi avuta davanti forse le avrei detto “Sveglia Gaia, la vita è un’altra cosa!”…ma ho preferito seguirla, osservarla…nella speranza che anche per lei  arrivasse il momento del riscatto.
Giuseppe Culicchia è capace di strappare sorrisi, di commuovere, di tenerci in sospeso e di farci riflettere. 
Quel mondo fatto di immagine, di moda, di sorrisi e pugnalate, di eventi a cui non si può mancare altrimenti non sei nessuno, di persone che si devono conoscere ed altre che si devono evitare, un modo fatto di flash, di articoli che stroncano e di altri che esaltano per un fragile attimo...è in questo mondo che vive Gaia, talvolta esaltante e invidiabile, altre volte assurdo e doloroso.
Saprà la giovane Gaia vedere al di la della copertina patinata della sua vita...? Saprà ammettere a se stessa che la sua vita, ritoccata con photoshop, non ha nulla di originale ed invidiabile?

Non vi resta che leggere Venere in metrò.

Assolutamente consigliato.





mercoledì 24 ottobre 2012

Mirtilli a colazione

di Meg Mitchell Moore

Burlington. Vermont. William e Ginny, trascorrevano la loro vita tra il circolo di lettura e la cura del giardino che, senza ombra di dubbio, doveva essere il piu' curato di tutto il quartiere.
Ma in una calda mattina di Giugno, casa Owen si ripopola inaspettatamente!
La prima ad arrivare fu Lillian, con figli al seguito, scappata da un marito infedele, seguita dal fratello Stephen e la moglie Jane, donna in carriera alle prese con una gravidanza difficile; ultima ad arrivare la piccola, ormai trentenne, Rachel, abituata al ritmo newyorkese ma senza un soldo in tasca, e reduce da una dolorosa storia d' amore.
Cosa stava succedendo ai figli di William e Ginny, che nel caldo e umido Giugno 2008 li portava a tornare a casa?
In pochi giorni la tranquillita' di quella casa, si trasforma in un turbinio di voci, grida, pianti di neonati, vestiti in ogni angolo, lavatrici perrennemente in funzione e tensione, tanta tensione... William e Ginny si trovano impreparati ad accogliere i loro, ormai adulti, amati figli e tutto cio' che si portano dietro.
La storia di una famiglia che dopo anni si ritrova forzatamente riunita a fare i conti con il presente di ognuno:  persone cambiate, cresciute, a tratti irriconoscibili.


 
TITOLO: Mirtilli a colazione
AUTORE: Meg Mitchell Moore
EDITORE: Garzanti
PAGG. 309
Per fortuna che c'è Rachel...!
A mio parere e' l'unica che, con la sua storia e i suoi sentimenti, i tormenti e lo stile di vita, aggiunge un pizzico di brio ed una buona dose di energia a tutta la vicenda.
Una storia potenzialmente  affascinante ma, dal mio modesto punto di vista, per nulla accattivante.
Meg Mitchell Moore ha un'ottima penna, una profonda capacità di descrivere i pensieri e le emozioni di ogni personaggio che, ammetto, si è perfettamente delineato nella mia mente.
Ma credo che non abbia avuto molta pietà dei suoi personaggi: giovani e meno giovani, senza spina dorsale, deboli nei rapporti, anche quelli più stretti, e che in 309 pagine non riescono ad avere quella maturazione necessaria a dare alla storia la svolta decisiva.
Ho trovato assolutamente insopportabile la figura di Lillian, che purtroppo domina l'intera vicenda: la definirei "molle", mancante di carattere ed ironia...un rapporto scostante con la figlia di soli tre anni che a stento riceve coccole e attenzioni.
Completamente concentrata su stessa, sarà obbligata a guardarsi dentro e ad accettare la dura realtà di un matrimonio in difficoltà.
Lillian da al lettore un'immagine di maternità opprimente, talvolta inopportuna, che quasi appare come una condizione imprescindibile ma anche indesiderata.
Molto attuale la difficoltà di Jane ad accettare che la vita dovrà inevitabilmente cambiare con la nascita della figlia: divisa tra amore, famiglia e un lavoro soddisfacente è pronta a ribaltare il ruolo dell'uomo e della donna all'interno dell'economia familiare.

Mirtilli a colazione è il primo romanzo di Meg Mitchell Moore, curato in ogni dettaglio, preciso nelle descrizioni...ma non è riuscito a suscitare in me quelle emozioni che restano.

Non consigliato.

martedì 23 ottobre 2012

La seconda vita di Mrs Kincaid

di Catherine Robertson


New Zeland. Darrell Kincaid è in crisi...blocco dello scrittore, o meglio...della scrittrice.
Un nome da uomo, avuto non si sa per quale bizzarro motivo,  è la firma di romanzi d'amore...quei romanzi che si trovano nelle edicole,  abbinati a qualche rivista, che non mancano di componente erotica e dettagli piccanti...certo non da premio Pulitzer, ma pur sempre letti e ben pagati!
Darrell è a una svolta: la morte del marito la stravolge completamente.
Cosa fare adesso, senza la sua ancora di salvezza, senza la sua fonte di ispirazione e la sua metà nella vita? Niente ha più senso, se non lasciarsi vivere...almeno in quella casa, in quel piccolo paese, in cui tutto gli parla di Tom.
Detto, fatto! Londra. Quartiere di Islington. Tra una casa in affitto e il bar degli italiani, Darrel riprende a vivere, catapultata nella relatà di un gruppo eterogeneo di uomini e donne, dal passato non chiaro e il presente ancor meno comprensibile.
Ma cosa sta cercando realmente, Darrell? La sua vena artistica, che sembra averla abbandonata, o quel lieto fine che credeva non sarebbe più arrivato nella sua vita?
Tra innumerevoli caffè con ex nobili decaduti, colpi di fulmine, matrimoni gitani e segrete indagini sulle vite degli altri, si renderà conto di quanto le cose non sono mai come sembrano e che dietro ad ogni apparenza si cela una realtà assai più interessante.
Sarà proprio quel microcosmo fatto di situazioni assurde e tragicomiche, e sconosciuti che diventano amici, a farle capire che anche per lei può esserci una seconda possibilità.


 
TITOLO: La seconda vita di Mrs Kincaid
AUTORE: Catherine Robertson
EDITORE: CORBACCIO
PAGG. 331
Il romanzo di esordio di Catherine Robertson è uno dei libri più piacevoli che abbia letto negli ultimi mesi! Nel suo romanzo c’è tutto: vita e morte, amore e sesso, amicizia e solitudine, comicità e commozione…il tutto in un cocktail perfettamente shekerato!
Il sol fatto di aver attribuito alla protagonista un nome maschile, trovo sia stato geniale: le conferisce quell'originalità che è propria di alcuni scrittori, o comunque di molti artisti in genere, e di chi lavora di fantasia.
Il personaggio di Darrell è buffo, tenero, a volte isterico…nel corso della storia la sua voglia di sperimentare e di rimettersi in gioco aumenta; tutti i blocchi, emotivi e psicologici, dati dalla prematura scomparsa del marito, verranno progressivamente sciolti dall’ intrusione, per nulla delicata, di strani individui nella sua tranquilla, e un po deprimente, vita: molto sexy il duchino decaduto che le fa perdere la testa…niente male nemmeno il muratore che si occupa della ristrutturazione della casa, burbero, severo…ma con una forte carica erotica, e un fisico da nuotatore! Per non dimenticare il Grosso, Fogliolina, Perfettini...così soprannominati da Darrel, protagonisti, a loro volta, delle assurde vicende che compongono la loro vita.
Un romanzo in movimento: il ritmo cambia, a momenti di buio, di solitudine, confusione, inadeguatezza, si alternano episodi tragicomici, inaspettati, profondamente emozionanti!
Sapete,  in alcuni momenti  Darrell parla direttamente con noi, coi lettori…è fantastica! Questo stupisce e ruba un sorriso. E’ insolito, no?
Catherine Robertson ci regala attimi di comicità, sparsi qua e là nella storia: ho adorato la presenza “telematica” di Michelle, la migliore amica, molto ricca, con un marito perfetto, una vita perfetta, un  secondo figlio in arrivo e un chiodo fisso…la vita sessuale di Darrell!!
A fare da sfondo a tutta la vicenda, ecco stagliarsi la mitica Londra: poche volte Darrell vi si addentra, ufficialmente per trarre ispirazione per il suo prossimo romanzo, ma inconsciamente attratta dalla possibilità di perdersi a guardare gente sconosciuta correre in un parco, o fissare un quadro per ore  senza capirci nulla, per il semplice gusto di confondersi alla folla e pensare alla sua vita. A chi non è successo...?
Che la Robertson col suo romanza abbia voluto lanciare qualche messaggio, proprio non posso saperlo, ma vi posso dire ciò che è restato a me, oltre ad una lettura più che piacevole e la voglia di sapere cosa potrebbe ancora succedere: non è il posto in cui ti trovi, a dare un senso alla tua esistenza, nemmeno la favolosa Londra, con i suoi frastuoni, i colori, gli stimoli di ogni genere, il senso di libertà e di possibilità che comunica. Non sono le case, le stanze, le strade… a soffocare o a reinventare quello che siamo.
Tutto dipende da noi e dal coraggio di fare entrare gli altri nella nostra intimità. Solo loro, raccontandoci di noi stessi, ci porteranno inconsapevolmente a capire a quali molteplici possibilità siamo rivolti.

Ci sono frasi che ho notato e annotato, come: "Il glamour non dovrebbe mai cedere alle convenzioni " una sentenza di Ambrose, prezioso costumista del West End che le fornisce un favoloso abito anni '30 per una festa in giardino, e col quale sono assolutamente daccordo! Oppure... "Perchè nei momenti di crisi ci sentiamo sempre costretti a bere un tè?"...questo è un pensiero di Darrell e io lo adoro! Noi di acupofbooks lo beviamo anche nei momenti migliori!
...e la copertina?! Non hanno proprio sbagliato niente!
ASSOLUTAMENTE CONSIGLIATO

lunedì 15 ottobre 2012

La cugina americana

di Francesca Segal


Ogni sera, prima di andare a dormire, Adam mandava a Rachel una canzone, il suo originale modo di augurarle la buonanotte.
Ma una sera, quel pezzo blues americano che da ore gli ronzava in testa, "I'm trying to make London my home" , non era per lei.

Hampsted Garden, nord di Londra, tra Yom Kippur e Kiddush, si svolge, con metodica regolarità, la vita della comunità ebraica londinese.
L'attenzione di quelle ricche famiglie è tutta rivolta ad Adam e Rachel, promessi sposi: dodici anni di fidanzamento, un rapporto senza sorprese, basato sulla fiducia, e ora la promessa che tutto questo sarebbe stato per sempre.
Sarà il ritorno di Ellie, la cugina americana di Rachel, a rimescolare le carte...
Labbra carnose, scolli vertiginosi, temperamento istintivo...e quella sigaretta sempre accesa, che le conferisce un fascino pericoloso.
La comunità ebraica chiusa e conformista, fatta di rituali rassicuranti, di preghiere di espiazione e luculliani pranzi del giorno di Shabbat, intollerante ai cambiamenti e alle novità, dovrà fare i conti con quella ragazza dal triste passato e dal presente più che discutibile.
Non sarà da meno Adam…obbligato ad ammettere che c’è dell’altro oltre le pesanti porte della sinagoga, costretto dal suo cuore ad accarezzare nuovi sentimenti, folli, assurdi…e a dover scegliere tra la sicurezza di una moglie fedele e l’incertezza di un mondo finora negato, tutto da scoprire.



 
TITOLO: La cugina americana
AUTORE: Francesca Segal
EDITORE: Bollati Boringhieri
PAGG. 336

Un libro ricco di emozioni, scritte, provate, nascoste ed espresse...
Nella mia lettura ho nominato protagonista assoluto Adam...credo che la brava Francesca Segal, abbia saputo interpretare a dovere i sentimenti di questo giovane ebreo alle prese con la propria vita.
Adam mi ha fatto letteralmente impazzire...ho seguito l'evoluzione dei suoi sentimenti, sentendoli sulla mia pelle, accompagnandolo con trepidazione tra le vie di Londra, in cerca della bella Ellie.
Un giovane uomo, affascinante, premuroso, "sistemato" agli occhi del mondo...ma con un cuore pronto ad esplodere, confuso, arrabbiato...
Il dilemma che lo assilla credo che sia comune ad ognuno di noi, o almeno, anche solo per un attimo, nella nostra vita, lo è stato: meglio la sicurezza, o la liberà e l' ignoto? La calma del mare piatto, o il fascino travolgente e inquietante del mare in tempesta?
Adam è tremendamente combattuto, e nonostante ciò, riesce a resistere alle pressioni della comunità, che gli chiede tanto, dal punto di vista personale e professionale.
La mia ammirazione va a Francesca Segal, per come ha descritto con cura e ironia,  vita e abitudini della comunità ebraica a Londra: un gruppo di famiglie impegnate a ricordare e a rivendicare il loro orgoglio di sopravvissute, maniacalmente attente alla forma esteriore e forse solo apparentemente a quella interiore, illuse che il mondo possa cambiare senza di loro, chiuse in una teca di buone intenzioni, rituali rassicuranti e futuri già scritti da tempo.
Servirà la saggezza della vecchia nonna Ziva, di gran lunga la più lungimirante di tutti, anche dei più giovani, a lanciare i messaggi più espliciti, messaggi di modernità e di sentimenti veri.

La cugina americana è il primo romanzo di Francesca Segal: un esordio di successo!

Assolutamente consigliato.

martedì 9 ottobre 2012

Niente lacrime per la signorina Olga


di Elda Lanza


Chi pensa che nelle grigie periferie delle grandi città non succeda mai nulla…si sbaglia di grosso!
Al 227 di via Worktz, periferia di Milano,  l’arrivo della signorina Olga stravolge le apparentemente “comuni”  vite dei condomini, da un giorno all’altro.
Una vecchietta solo all’anagrafe, una donna di altri tempi, un’ ottantenne  ben educata, silenziosa…una piccola ape operosa, un’artista, introversa e riservata, ma acuta e perspicace.
Tutto questo era la signorina Olga…
…sarà il commissario Gilardi, un piacente ragazzotto di origini napoletane, a dover fare i conti con il ritrovamento del cadavere della signorina Olga, e il mistero che avvolge il condominio e suoi abitanti.
Da Milano a Trieste, dal Brasile al Piemonte...Tra interrogatori e misteriosi quadri rubati, matrimoni e scappatelle…bugie e mezze verità…si dipana la vicenda di un commissariato di polizia alle prese con un caso di omicidio apparentemente irrisolvibile


TITOLO: Niente lacrime per la signorina Olga
AUTORE: Elda Lanza
EDITORE: SALANI
SETTEMBRE 2012
PAGG: 413

Mi è piaciuto fin dalle primissime pagine...!

Volevo leggere qualcosa di diverso dal solito, qualcosa che non avrei mai scelto nella normalità dei miei acquisti in libreria.
Generalmente cerco altre cose…amore, vita, incontri, storie che nascono e a cui mi affeziono…non cerco la suspance…non amo particolarmente tutto ciò che è definito giallo, o thriller…poi una sera, stanca dal lavoro, sostenuta soltanto dalla voglia di iniziare un altro buon libro, mi capita davanti agli occhi questo titolo bizzarro…
Chissà…forse perché l’autrice è italiana, perché il titolo porta un nome a me caro…perché trovavo la copertina deliziosa…eccomi a leggerne alcune pagine…e mi ritrovo  alla cassa a pagare questo libro, certa che fosse quello che stavo cercando.
Nel romanzo della bravissima Elda Lanza non manca proprio nulla: il condominio al 227 di via Worktz del comune di Trissera è davvero un simpatico circolo di uomini e donne, impegnati a difendere segreti, ormai di dominio pubblico. Le storie degli abitanti del condominio si intrecciano magistralmente;  è come se quegli appartamenti debitamente chiusi per difendere l’intimità famigliare, fossero comunicanti…storie nella storia.
Non è da meno il commissariato di polizia, con a capo l’affascinante Massimo Gilardi, che a metà della storia diventa Max, innamorato della bella Natj, l’ispettore capo che finalmente riesce a farlo capitolare.
Non sono solita dare il voto a un libro, non ho la presunzione di farlo. Ma se così mi chiedessero, credo che il mio voto sarebbe altissimo.
Mi ha tenuta sveglia per ore, ha suscitato in me la necessità di una lettura vorace, l’ urgenza di sapere cosa sarebbe accaduto dopo…mi ha fatto ridere, mi ha stupito, mi ha emozionato.

A tratti drammatico, a tratti spudoratamente ironico. Elda Lanza muove i suoi personaggi con la maestria di una giallista esperta, realizzando una trama attuale, profondamente emozionante e assolutamente avvincente.

E ammetto che per una sola cosa non sono d’accordo con Elda Lanza…

…qualche lacrima c’è stata per la signorina Olga!


Assolutamente consigliato.











...un nuovo inizio...

Questo blog è dedicato a chi ama leggere
ma anche a chi non ama leggere...
E' dedicato a chi non può vivere senza libri...ma anche a chi non li sopporta e ha smesso di leggere quando non era più obbligato a farlo...
...questo blog è dedicato a chi compra libri e non li legge mai, a chi non può comprarli ma sogna di avere una libreria degna di questo nome...
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Questo blog è dedicato a tutti quelli che un libro vorrebbero scriverlo, ma  non hanno ancora trovato il coraggio per farlo.


Questo blog è dedicato a chi, come me, in una sera di inizio autunno, con una tazza di tè e un buon libro, ha provato un'emozione e ha deciso di ricordarla per sempre...